Il poeta inglese Percy Bysshe Shelley scrisse che “bastano le fontane a giustificare un viaggio a Roma” ed aveva ragione perché la città è piena di bellissime e famose fontane a firma di alcuni tra i più importanti architetti e artisti di tutti i tempi. Ma la più scenografica e nota è senza dubbio la Fontana di Trevi, situata a due passi dal nostro ristorante.
La fontana è uno dei simboli di Roma ed è stata lo scenario di numerosi film, come la famosa scena de “La Dolce Vita” di Fellini, nella quale Anita Ekberg entra nella fontana e invita Marcello Mastroianni a fare il bagno con lei o come quella di “Totòtruffa 62“, in cui Totò tenta di vendere la fontana a uno sprovveduto turista, fingendo di esserne il legittimo proprietario.
Si tratta di una straordinaria opera d’arte a cui sono legate leggende e curiosità che ancora oggi affascinano romani e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Così come la vediamo fu costruita a partire dal 1732 su progetto dell’architetto romano Nicola Salvi ma purtroppo questi morì senza poterla vedere finita e la fontana fu completata nel 1762 dall’architetto Giuseppe Pannini. Il risultato fu un meraviglioso monumento in stile tardo barocco il cui tema è il mare.
Tra le numerose leggende e riti antichissimi di cui è custode, la più nota e antica tradizione vuole che chi lanci una monetina mettendosi di spalle alla fontana, tenendo gli occhi chiusi e con la mano destra sulla spalla sinistra, avrà la garanzia di tornare nella Città Eterna. Ma se invece di una monetina ne lancia due questa farà sì che si incontri l’amore della propria vita. E se ne lancia anche una terza farà avverare il desiderio di sposarsi. Secondo un’altra leggenda, dal tono ancora più romantico, quando dalla fontana si attingeva ancora acqua da bere le ragazze ne facevano bere un bicchiere ai propri fidanzati che dovevano partire, bicchiere che poi frantumavano in segno di augurio e fedeltà.
Ancora un’altra leggenda narra che il grosso vaso poggiato sul parapetto che da su via della Stamperia, che i romani hanno soprannominato l’Asso di Coppe perché nella forma ricorda il simbolo raffigurato sulla carta da gioco, sia stato posto lì da Salvi per precludere la visuale dei lavori ad un barbiere che aveva la bottega proprio li affianco e che lo assillava con continue critiche e giudizi negativi.
Alla fontana sono legate anche tante curiosità che non tutti conoscono. Perché si chiama Fontana di Trevi? Ci sono varie ipotesi sull’origine del nome ma quella più accreditata ci riporta al medioevo, quando nello stesso luogo si incrociavano tre strade a formare un “trivium”, ovvero un incrocio formato appunto, come suggerisce la parola latina, da tre strade. Un’altra curiosità è che dalla fontana si raccolgono circa 3.000 euro al giorno in monete, che vengono poi destinati alla Caritas. Un’altra ancora è che a differenza di quanto avviene per molti altri monumenti, qui non si avvicinano gli uccelli, che in genere sporcano molto, perché la fonte è elettrificata e dà delle piccole scariche elettriche agli volatili che vi si posano sopra.